SOMA: mens sana in corpore alieno

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Soma (“corpo”, in greco) è un survival horror fantascientifico sviluppato dalla piccola softwarehouse svedese Frictional Games e pubblicato a fine 2015. Il gioco è in prima persona e mescola meccaniche stealth a momenti di puzzle solving che richiedono un’accurata esplorazione dell’ambiente di gioco. L’ambientazione e l’elemento fantascientifico ricordano il celebre Dead Space, ma c’è una particolarità che invece lo rende assai diverso: non disporremo di alcuna arma e il solo modo di affrontare i nemici sarà evitarli o scappare a gambe levate.

Sebbene Soma non possa essere definito un titolo “cyberpunk” a tutti gli effetti, gli oggetti e i temi principali del gioco quali realtà virtuale, intelligenza artificiale e transumanismo lo rendono facilmente apprezzabile da qualunque fan di pietre miliari cyberpunk come Deus Ex e System Shock.
La componente “punk” è infatti assente, lasciando spazio a riflessioni incentrate sulla realtà e la finzione, la sopravvivenza e la resilienza dell’umanità e la possibile autoevoluzione dell’Intelligenza artificiale. Durante la partita, il giocatore potrà effettuare diverse scelte – in particolare il protagonista dovrà decidere se lasciar morire o salvare determinati personaggi – ma queste non avranno influenza sul finale.

Trama

2015. Il giocatore si trova nei panni di Simon Jarrett, un ventiseienne di Toronto vittima di un grave incidente automobilistico che ha causato la morte della sua collega Ashley e danni permanenti al suo cervello. Nei primi istanti del gioco Simon si reca in un laboratorio per effettuare uno scan cerebrale attraverso la metodologia pionieristica sviluppata da due studenti di informatica; questa avrebbe permesso di produrre un modello computerizzato del cervello e reso più facile trovare un trattamento adeguato per curare la sua emorragia cerebrale. Effettuato lo scan, Simon si “sveglia” in una stanza buia e con evidenti macchie di sangue sul pavimento, diversa da quella in cui aveva effettuato il test poco prima.

Esplorando l’area dopo aver trovato un modo per uscire dalla stanza, Simon scopre di essere in una stazione sottomarina, parte di un complesso chiamato Pathos-II, non più nel 2015 ma nel 2104; l’umanità è stata spazzata via dalla superficie terrestre dopo l’impatto di una cometa, e gli ultimi esseri umani ancora in vita sono gli abitanti di queste stazioni costruite anni prima come centri di ricerca. Simon scopre che l’I.A del complesso– WAU – è in qualche modo sfuggita al controllo umano e si è impossessata di tutti i sistemi, iniziando a modificare non solo l’ambiente fisico ma anche le ultime forme di vita umane e animali. Uno strano fluido nero, il cosiddetto gel strutturale, pervade tutte le stazioni e fuoriesce da numerosissime crepe sparse in tutto Pathos-II: è il mezzo attraverso cui l’I.A manipola tutto ciò che la circonda.

Dopo aver incontrato la scienziata Catherine Chun, Simon scoprirà di abitare il corpo dell’ingegnere Imogen Reed, a cui è stato applicato un chip contenente lo scan cerebrale del “primo” Simon: il personaggio che stiamo controllando è una copia digitale del ragazzo del 2015 – morto qualche mese dopo aver effettuato lo scan per il peggioramento del suo stato di salute – che abita un corpo femminile modificato dal gel strutturale di WAU. La notizia di un nuovo corpo si rivelerà uno shock per Simon, che durante il gioco si porrà diversi interrogativi su ciò che ci rende umani (l’esistenza di un corpo umanoide in carne ed ossa? l’autocoscienza?) e sulla continuità delle nostre vite (siamo le stesse persone che eravamo 10 anni fa?), altro tema centrale del gioco. Catherine riferirà a Simon di ARK, una simulazione da lei ideata che contiene gli scan cerebrali di diversi abitanti di Pathos-II, il cui scopo è servire da nuovo “mondo” per gli ultimi esseri umani rimasti sulla Terra. D’ora in poi l’obiettivo principale di Simon e la sua compagna sarà recuperare ARK e raggiungere un sito missilistico posto nelle profondità marine per lanciarlo nello spazio, dove un satellite alimentato tramite energia solare potrà tenerlo in funzione per migliaia di anni.
Anche se ostacolati da diversi tipi di esseri mutati da WAU, i due alla fine riusciranno nel loro intento, abbandonando ARK all’infinità dello spazio e permettendo così all’umanità di continuare a sopravvivere.

Considerazioni

Non ho mai apprezzato il genere horror, né l’ho mai approfondito, ma la suspense di Soma mi ha tenuto incollato allo schermo come pochi titoli prima d’ora, anche merito di una storia per nulla banale, ben scritta e originale – tranne per qualche cliché, come una I.A forte che va fuori controllo. Vengono inoltre affrontate tematiche importanti che personalmente trovo molto affascinanti, in particolare la cosiddetta “continuità”: una nostra copia digitale può essere considerata la stessa persona anche se “l’originale” continua a vivere? Nel gioco la mente di Simon verrà “copiata” più di una volta; ecco che tra i fan del titolo i quattro diversi Simon che giocheremo vengono distinti con l’uso della numerazione – Simon-1 è il personaggio con cui iniziamo il gioco, con Simon-4 è identificata la copia che verrà caricata su ARK –  nonostante dal punto di vista del giocatore ci sia continuità tra i vari Simon (ad eccezione del finale).

Come spiegato anche su Neon Dystopia, il fenomeno della continuità è comune nel cyberpunk (si pensi a Ghost in the Shell e Ropocop) e può essere illustrato con il paradosso della “Nave di Teseo”: una nave che lascia il porto e quando arriva a destinazione non ha più nessun pezzo originale con cui era partita può essere considerata la stessa nave? Come ci suggerisce il titolo, il gioco è incentrato sul tema metafisico dell’Io, della percezione di sé, del proprio soma. L’essere è fluido, può assumere diverse forme e rimanere umano, cosciente e vulnerabile alla sofferenza. I giocatori più sensibili alle tematiche di genere hanno interpretato il gioco come un appello alla difesa delle minoranze sessuali comunemente discriminate; quel che è certo è che Soma ci spiana la strada verso una serie di riflessioni che potrebbero mettere in discussione la nostra definizione di “corpo”, e se questo sia necessario per renderci persone.

Il sangue gelerà sotto l’effetto combinato di un soundtrack ambient dalle note oscure e i rumori generati dalle creature di WAU o dalle lamiere delle strutture sottomarine che si contorcono a causa del gel strutturale e della ruggine, riuscendo nell’intento degli sviluppatori di provocare disagio e ansia nel giocatore. Durante il gioco il contesto ci porterà ad immedesimarci in Simon, empatizzando col personaggio e trasmettendoci anche un senso di solitudine, smarrimento ed estraneità.  Le scelte che ci troveremo di fronte avranno innanzitutto a che fare col suicidio assistito e l’eutanasia, mettendo al centro un tema ricorrente nella bioetica e nella politica contemporanea. Un aspetto forse troppo inflazionato riguarda l’I.A, che in qualche modo è sfuggita al controllo umano.
In realtà in Soma WAU ha una declinazione diversa da celebri I.A ribelli come Skynet o HAL-9000: non si è ribellata all’uomo, ma ha dimostrato di interpretare la sua direttiva fondamentale – quella di preservare la vita – in modo differente dai suoi creatori; ha modificato alcuni abitanti di Pathos-II lasciandoli in uno stato catatonico che li ha privati del loro essere, in modo che potessero risultare coerenti con la sua definizione di vita.
Il gioco ruota anche intorno alla differenza tra mind uploading e scan cerebrale (copia digitale di un oggetto fisico) importante ai fini della comprensione del gioco, e avrà anche un ruolo nel finale, struggente ma allo stesso tempo rassicurante.

Le riflessioni che ne scaturiranno probabilmente vi sottrarranno più tempo di un’intera partita a questo bellissimo horror di fantascienza.

                      “I woke up in my bed today, a hundred years ago — Who am I? …Who am I?”
– Simon Jarrett

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