La discussione tra Musk e Zuckerberg sul futuro dell’intelligenza artificiale.

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Elon Musk e Mark Zuckerberg hanno discusso virtualmente sul futuro dell’intelligenza artificiale. Due visioni opposte di un fenomeno – sul quale il cyberpunk tanto ha riflettuto – che nei prossimi 5-10 anni cambierà radicalmente la nostra vita. In che modo?

 

Tutto è iniziato con una diretta Facebook di Mark Zuckerberg in cui, tra le altre cose, pur non avendo citato esplicitamente Elon Musk, ha parlato in modo negativo di chi prevede scenari distopici sul futuro dell’intelligenza artificiale, spiegando come non si possa essere pessimisti su questo argomento senza essere irresponsabili, data la grande utilità che le scoperte in questo settore potrebbero portare all’umanità: dal grande aiuto alla medicina alle “macchine che si guidano da sole” (riferimento più esplicito a Tesla, forse?).

Elon Musk, dal canto suo, è sempre apparso cauto nell’esprimere quell’ottimismo positivista zuckerberghianoIn alcune interviste aveva addirittura parlato di come le persone si renderanno conto dei reali rischi delle intelligenze artificiali solo quando ci saranno omicidi commessi da robot intelligenti. Il CEO di Tesla e SpaceX vorrebbe che tutti, a partire dagli organi legislativi, prendessero piena coscienza dei rischi che il futuro ci porterà ad affrontare e agissero non di conseguenza ma prevenendoli con una più attenta regolamentazione in questo specifico settore di ricerca e sviluppo.

La risposta di Musk a Zuckerberg, comunque, non si è fatta aspettare. Secondo Musk, il fondatore di Facebook ha una comprensione limitata dell’argomento intelligenza artificiale:

Elon Musk e Mark Zuckerberg sono due rampanti (e ricchi) imprenditori statunitensi. Con Tesla e SpaceX il primo, e con Facebook il secondo, hanno senza dubbio creato aziende di grande rilievo nello sviluppo e nell’innovazione del settore tecnologico. Con abile astuzia e intelligenza (di marketing?) sono stati capaci di lanciare messaggi e aforismi sulla loro visione del futuro, spesso esagerando (vedi Musk riguardo Marte) e imponendosi anche come pseudo-futurologi e visionari. Come insegna il cyberpunk, quando controlli alcune delle più importanti aziende tecnologiche del mondo, è forse più facile farlo.

https://cyberpunkitalia.altervista.org/wp-content/uploads/2017/07/cyberpunk-musk-zuckerberg-discussione-intelligenza-artificiale-1.jpgOra, è difficile prendere una posizione a favore di uno o dell’altro imprenditore, soprattutto se si considera che, in fondo, entrambi hanno le loro ragioni e i loro torti. Forse Musk, che non ha mai nascosto di essere un grande appassionato di fantascienza (e quindi di cyberpunk), proprio per questo è più attento a lasciarsi trasportare da facili entusiasmi da accaniti tecnofili, e teme che un futuro “alla Matrix” non sia poi così improbabile.

Zuckerberg, invece, si concentra sui benefici e sulle svolte positive che il futuro dell’intelligenza artificiale potrebbe avere sulla nostra vita senza però considerare minimamente i risvolti oscuri che la tecnologia porta inevitabilmente con sé, da sempre. L’esempio perfetto è proprio la sua creazione, Facebook. Se pensiamo a quanto la nostra vita sia cambiata, e non necessariamente solo in meglio, dopo l’arrivo e il successo internazionale di questa piattaforma, non si può non rendersene conto. Se è vero infatti che la tecnologia di per sé è neutra, l’utilizzo dell’uomo la può portare in direzioni preoccupanti, negative e, forse, anche distopiche.

Chi è appassionato di cultura cyberpunk spesso lo è anche di tecnologia. Anzi, è proprio quella grande attrazione verso il futuro della tecnologia e dell’interazione dell’uomo con essa a caratterizzare uno dei motori di propulsione più forti della passione di molti verso questo genere. A voler essere onesti, quindi, dovremmo essere tutti d’accordo sia con Musk che con Zuckerberg, le cui visioni a ben pensarci non sono contrapposte ma complementari, e insieme costituiscono proprio quel grande insegnamento che il genere cyberpunk ha voluto lasciarci: non si può parlare di tecnologia senza riflettere sulla sua relazione con l’essere umano.

cyberpunk-uomo-macchina-rapporto-musk-zuckerberg-ia-1Anche quando il controllo programmatico dell’uomo sulla macchina verrà meno, e probabilmente sarà davvero così, dagli anni ’80 ad oggi non possiamo non aver ancora compreso come sia centrale il ruolo dell’uomo nel suo rapporto con l’intelligenza artificiale, capace di indirizzare gli eventi verso uno dei poli della dualità manichea costituita da distopia/utopia. O, più probabilmente, verso quella mediocre via di mezzo a cui siamo ormai abituati.

Forse, tirando le somme, la discussione tra Zuckerberg e Musk avrebbe dovuto svilupparsi intorno all’uomo del futuro, oltre che al futuro delle IA.

_jokreg

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